La bellezza nonostante - Fabio Geda - copertina
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Letteratura: Italia
La bellezza nonostante
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Descrizione


1983. Un uomo sceglie di fare il maestro, il maestro elementare, ma come primo impiego gli propongono di andare a insegnare in un carcere minorile. Ci resta per trent'anni e vede il carcere trasformarsi attorno a lui: prima i figli degli immigrati del sud Italia, venuti a Torino a lavorare alla Fiat, poi i figli del sud del mondo. E in quel carcere, tra quei ragazzi, tenta giorno dopo giorno di portare pensiero, consapevolezza, cultura. E naturalmente speranza. Contenuti extra: Per voce sola, audio documentario scaricabile dal sito di Inaudita con il codice contenuto nel libro. L'audio documentario, prodotto da Doc In Progress nell'ambito del progetto "Docusound" in collaborazione con Fabio Geda, è stato registrato all'interno del carcere minorile Ferrante Aporti di Torino da Matteo Bellizzi. Le storie dei ragazzi e il lavoro quotidiano del maestro si intrecciano in un audio-racconto "in presa diretta" crudo e coinvolgente realizzato in esclusiva per la collana Inaudita.

Dettagli

21 marzo 2018
83 p., ill. , Brossura
9788875801212

Valutazioni e recensioni

  • EMA DOVANO

    Un libro di piccole dimensioni, di poche pagine, anche, con un titolo importante La bellezza nonostante –più un audio documentario Per voce sola scaricabile con password. Il nonostante si condivide vedendo le fotografie che sono all’interno delle pagine, che sanno di ambienti non curati, di campi da gioco in stato di abbandono, di mura colpite a mazzate, di solitarie scritte in arabo sulle pareti, della copertina stessa che è un intonaco a pezzi. Le stanze, la palestra, sono del Ferrante Aporti di Torino, e allora di nuovo non torna la parola bellezza: chi è dentro fa fatica ad andare oltre all’idea di sopravvivenza quel giorno lì, quella settimana, quel tempo in attesa del processo, della sentenza e poi chissà... Si ha l’impressione, si pensa che chi deve sopravvivere in un ambiente così, con un provvedimento alle spalle, a meno di diciotto anni, pensi a tutto meno che alla bellezza, forse la bellezza non serve neppure a niente in quella situazione, perché bisognerebbe, in virtù di qualche cosa o di qualcuno, riuscire ad alzare la testa e vedere o pensare di vedere oltre, ma al Ferrante quell’oltre è solo un esile atto di speranza. Ma c’è un maestro, Mario, che è da trent’anni nel carcere minorile, e che cerca o magari solo spera di intravedere delle risorse nuove nei pensieri dei ragazzi, una specie di ricerca quasi inconsapevole di un chiaroscuro che si vede-non-si-vede nelle azioni piene di rabbia, nelle confidenze e nei fatti che si ascoltano nelle interviste. La bellezza, in carcere è un carotaggio dell’anima, reciproco, si legge in quarta di copertina. L’affondare di una trivella per vedere cosa c’è dentro, riconoscere che lì c’è qualcosa di nuovo, anche se ancora senza nome. Nel libro si dice che la bellezza in carcere è solidarietà, è l’ultima sigaretta passata tra tutti per un tiro... Il corrispondere a una domanda, riconoscere che lì c’è qualche cosa di vero, c’è, non può non esserci e questo corrispondere avviene spontaneamente e liberamente. Il maestro saprà cogliere, nel flusso degli arrivi e nella diversità delle provenienze, la vitalità nascosta che l’abitudine di un lavoro potrebbe richiudere in gabbia, proverà a cogliere la vitalità che si chiama bellezza. eedovano@libero.it

  • Insegnare volentieri, con entusiasmo. Ecco cosa traspare tra le righe di questo libro, scritto con la solita maestria da Fabio Geda. Pagina dopo pagina, si scopre quanto sia "bello" insegnare, anche a ragazzi demotivati e ristretti; quanto sia produttivo tralasciare a volte programmi confezionati e dare libero sfogo alla propria creatività. Magari qualche dirigente scolastico storcerà il naso non trovando bilancio delle competenze, traguardi minimi e prove INVALSI, ma per una volta lasciamo la fantasia in cattedra.

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