Il futuro dell’Italia secondo Geminello Alvi La Repubblica italiana, così come l’abbiamo conosciuta è ormai finita. Questa la tesi di Geminello Alvi nel suo ultimo lavoro, una sorta di “nozze d’argento” dell’autore col mondo della saggistica, a 25 anni dalla pubblicazione del suo primo lavoro “Dell’Estremo Occidente”. Egli propone di “terminarla” passando per una vera e propria secessione che, partendo dai comuni, dovrebbe andare a costituire una “Confederaione Italiana” di cui l’eretico economista traccia l’articolato costituente. Una Confederazione “tripartita” sulle orme di quanto insegnato da Rudolf Steiner e da quanto tentato inutilmente, sessant’anni fa, da Adriano Olivetti. Questa la proposta di Alvi, tema che costituisce il “cuore “ del libro e che andrebbe comunque meditato e discusso; libro, peraltro,che lascia sovente sconcertati. Perché? Nel testo risaltano qui e là alcune delle idiosincrasie dell’autore, ad esempio la musica moderna (solo “rumore” per lui), l’ossessione deprecatoria per ogni tipo di cosa o personaggio lontanamente assimilabile ai “comunisti”, il mondo islamico visto tramite una lente quasi “fallaciana” (sappiamo già cosa pensa Alvi dell’11 Settembre…è uno dei pochi che crede ancora nella “versione ufficiale”…) il tema dell’immigrazione considerato come potrebbe un qualsiasi leghista digiuno di ogni conoscenza e sensibilità per i retroscena spirituali degli eventi… Fino a delle vere e proprie “scivolate” nell’ incultura antistorica (come quando liquida la Resistenza con banali volgarità qualunquiste,indegne di una persona colta e sensata). Un testo da buttare dunque? Tutt’altro. La forma diaristica permette ad Alvi di costruire immagini affascinanti, relative alle sue esperienze interiori spesso associate a delle descrizioni astro-sofiche , condite da appropriate citazioni apocalittiche ,spesso decisive per capire il senso degli avvenimenti odierni: certamente cose di cui l’autore è largamente debitore all’insegnamento di Rudolf Steiner. In definitiva, in questo libro, il lettore si trova spesso “sbalzato” in un saliscendi talvolta fastidioso ma in definitiva godibile e capace comunque di far pensare , fra illuminazioni, divertenti autoironie, e cadute da bar dello sport, sempre e comunque sorrette da uno stile personalissimo ed inconfondibile che, da solo, vale i “denari per l’acquisto”
La confederazione italiana. Diario di vita tripartita
Da quando Giacomo Leopardi le dedicò il Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’Italiani, la “natura” di questo popolo senza patria e senza nazione si è rivelata come un nodo di problemi irresolubili, un groviglio inestricabile. L’Italia è ormai per definizione un paese “diverso” (anormale) e questa diversità è accettata e subita come un destino, o al più affrontata con amputazioni o metamorfosi (federalismo, secessioni, rivoluzioni), tanto che divenne ricorrente il sogno di “fare” gli italiani che non ci sono, o che come sono non sono abbastanza identificabili da essere una nazione.Geminello Alvi, a conclusione di un bizzarro viaggio attraverso la Russia postcomunista, torna sull’annosa questione con la sapienza di sterminate letture, dalle quali strizza suggerimenti e significati con sobrietà e parsimonia, ma anche con straordinaria intelligenza rabdomantica e con disincantata ingenuità e innocenza, che gli consente di vedere le cose come sinora nessuno le aveva mai colte.Il risultato è un libro imprevedibile e a tratti irriverente, che ci parla di un’Italia diversa da tutte le altre che ci sono state descritte e raccontate, della quale si può appassionarsi sino a innamorarsene, ma si può anche sorridere con indulgenza e si può persino immaginarne un destino affatto diverso da quello che intanto sta vivendo.La Confederazione italiana, «creatura delicata da covarsi nel cuore dei pochi, e nutrirsi di vivo pensiero, sacrificio ed amore», puntualmente immaginata e descritta alla fine di questo libro, con le sue regole, il suo ordine nuovo e le scelte radicali che comporta, è al tempo stesso un sogno ammaliante, narrato con lo stile aforistico e asseverativo caratteristico di tutti i libri di Alvi - che mescola citazioni, ricordi, pensieri, esperienze -, e un progetto utopistico - al tempo stesso concreto e coerente -, che riaccende nei cuori la speranza e la gioia di un mondo migliore. (Cesare De Michelis)
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