Camilleri è sempre una certezza. Ho avuto modo di leggere di lui anche opere al di fuori della serie con Montalbano e devo dire che la sua scrittura è sempre molto acuta. Abbiamo imparato a conoscere Montalbano da molto tempo e non delude mai. La cosa bella del personaggio è che non rimane ingessato e senza tempo e questa cosa si legge bene in questo ultimo libro. Certo il suo acume non cede, ma è anche vero che il commissario si rende conto del passare del tempo anche per lui. non mancano neanche in questo libro osservazioni sulla società attuale, la qual cosa incastona bene la storia in un contesto preciso.
Il gioco degli specchi
"Il commissario Montalbano si tiene costantemente d'occhio. È frastornato dai trasognamenti. Qualcuno gioca ingegnosamente con lui. Misura i passi del commissario. Li indirizza. Li spinge là dove è inutile che vadano: lungo piste che, se sono giuste, si rendono irriconoscibili, si cancellano, o si labirintizzano. Montalbano ha una sua cultura cinematografica. E gli viene in mente il vecchio film 'La signora di Shanghai' di Orson Welles: il torbido noir, con tutti i suoi scombussolamenti, e tutti i suoi illusionismi barocchi. Montalbano entra nel film. E vede se stesso disorientato, dentro la scena finale, nella sala degli specchi di un padiglione del Luna Park. Il prodigio degli specchi altera lo spazio visibile. Si spara. Ma non si capisce se i bersagli sono reali o esito di un gioco di specchi. Un villino, un giro di macchine, una storia d'amore un po' scespiriana, due esplosioni apparentemente insensate, un proiettile senza tracciabile direzione, una coppia di cadaveri, bruciato uno, bestialmente violentato l'altro, entrano nella trama del romanzo. La narrazione si concede focali corte, inquadrature insolite, avanzamenti lentissimi alternati a piani-sequenza vertiginosi. Scorre come un film. Turba e sconvolge, ma non si nega qualche respiro ludico, utile anch'esso alla soluzione del giallo. Persino Catarella ha il suo momento di gloria, alla fine." Salvatore Silvano Nigro
-
Autore:
-
Editore:
-
Collana:
-
Anno edizione:2011
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
-
-
La storia è torbida, come poche altre volte. Perfino spiacevole, in alcuni punti. La lingua merita una nota particolare: i primi libri su Montalbano ci presentavano un elegante italiano con contaminazioni dal siculo e dalla "neolingua" inventata (e largamente sviluppata) dal Camilleri stesso; via via le contaminazioni hanno preso terreno, in questo romanzo mi pare siano diventate il nucleo del linguaggio. Resta l'eleganza di un incedere sempre ironico e il gusto delle invenzioni linguistiche, che non hanno perso la loro freschezza. Per gli appassionati, un capitolo sicuramente accattivante delle imprese di Montalbano. Mi chiedo se, invece, il libro possa essere adatto a chi deve ancora conoscere Camilleri e il suo affermatissimo personaggio.
-
Steffi Rivelli 17 maggio 2016
amilleri è sempre una certezza. Ho avuto modo di leggere di lui anche opere al di fuori della serie con Montalbano e devo dire che la sua scrittura è sempre molto acuta. Abbiamo imparato a conoscere Montalbano da molto tempo e non delude mai. La cosa bella del personaggio è che non rimane ingessato e senza tempo e questa cosa si legge bene in questo ultimo libro. Certo il suo acume non cede, ma è anche vero che il commissario si rende conto del passare del tempo anche per lui. non mancano neanche in questo libro osservazioni sulla società attuale, la qual cosa incastona bene la storia in un contesto preciso.