Giorni Selvaggi riesce a portarti indietro negli anni, in posti e tempi lontani raccontando una passione-ossessione per il surf che diventa anche una ragione e metafora di vita. Una vita sulle onde, a cercare quelle più belle al mondo e a viverle, nel vero senso della parola. Scoprendo se stessi. Coniugando il surf con la propria crescita come persona, con il lavoro, gli affetti, cambiando, con il passare degli anni. Finnegan di onde ne ha cavalcate tantissime, ovunque. Un po’ romanzo di formazione, un po’ un sogno che non finisce mai.
Giorni selvaggi. Una vita sulle onde
Il surf è un'arte dai molti paradossi, in cui il desiderio di mostrarsi non è mai separato da quello di essere soli con le onde e sparire dietro un sipario di schiuma. "Le onde sono il campo da gioco. Il fine ultimo". Ma sono anche l'avversario, la nemesi. William Finnegan ha subito l'incanto del mare fin da bambino, in California, vedendo i surfisti "danzare sull'acqua". A tredici anni andrà a vivere ai piedi del cratere di Diamond Head, alle Hawaii. E quell'incanto si trasformerà a poco a poco in una devozione assoluta al dio oceano. A venticinque anni, il suo sogno è di rigenerarsi agli Antipodi e vedere il mondo prima che si trasformi tutto in Los Angeles. Inizia così "la ricerca", il viaggio dell'inverno senza fine, la circumnavigazione del globo a caccia di onde. Prima Guam, poi le isole Samoa, il regno di Tonga, l'arcipelago delle Figi, dove scopre il magnifico break di Tavarua, davanti a un lembo di terra assente perfino dalle mappe. Al suo fianco c'è Bryan, che è andato al funerale di Kerouac e fa surf "come se non ci fosse un domani". Ultima tappa il Sudafrica dell'apartheid, dove matura una nuova consapevolezza, poi l'inevitabile ritorno a casa. Ma la ricerca non è ancora finita.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2016
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Gastone Marchesi 20 maggio 2018
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claudia beretta 08 marzo 2017
Giorni selvagg èi un libro sul surf e sui ricordi di giovinezza di un uomo che ha passato la vita cercando l'onda perfetta, e negando la cosa a sé stesso e agli altri per la gran parte del tempo. Sicuramente la sua impresa è stata fare il giro del mondo, praticamente senza soldi negli anni 70, muovendosi via terra e via mare, per surfare tutto il surfabile, e ritrovarsi a 60 anni a inseguire ancora le onde con una certa rapacità. è interessante il racconto della sua giovinezza, gli albori del surf e la cultura hippie. io ho treovato il romanzo un po' troppo lungo e talvolta noioso,ma credo di avere avuto questa percezione perché non ho mai surfato.