Un militare in missione obbligato da un piede su una mina all’immobilità. Questo è lo scenario che si profila per tutta la durata del film. Ovviamente risulterebbe pesante da seguire se non ci fosse una buona costruzione psicologica del protagonista a sorreggere la storia. Pellicola di spessore in cui domina l’istinto di sopravvivenza e la difficoltà di guardarsi dentro ed analizzare la propria vita per capire che c’è bisogno di fare un “passo avanti”. L’immobilità costringe il protagonista ad una prova attoriale davvero notevole, in mancanza di dialoghi e personaggi con cui interagire l’espressività facciale infatti risulta l’unico mezzo di comunicazione e di conduzione dell’emozione che travolge il pubblico.
