Vittoria è una ragazza di vent'anni, benestante, con tanti amici, un rapposrto inesistente con la madre ma come dice lei ha una vita perfetta. Non dice mai di no e fa sempre tutto quello che gli altri vogliono. Un giorno dopo un fatto apparentemente normale, non riesce più a respirare, le manca l'aria. Decide così di andare da una psicoterapeuta per riuscore a tornare normaale, ad aggiustarsi dopo quello che ha poi scoperto essere uno dei tanti attanti attachi d'ansia e di panico che avrà. Inizia a lavorarci anche se è molto difficile e mentre cerca un sonnifero in camera di sua madre trova un carrillon rotto regalatole dal padre quando era piccola. Da li avrà inizio la ricerca della verità e dei ricordi dimenticati del suo passato edi suo padre morto quando era piccola. Questo viaggio farà molto male a Vittoria ma la aiuterà anche a guarire.
Ogni piccola cosa interrotta
Sono le nostre imperfezioni a renderci più forti. Sono loro a tracciare la strada delle nostre cose interrotte.
«L’amore che ognuno di noi riceve ha la stessa funzione delle stelle per i navigatori. Ci indica la rotta. Rimane in fondo alle nostre tasche, così, ogni volta che lo desideriamo, ogni volta che ne sentiamo la necessità, possiamo accertarci che sia sempre lì affondandovi una mano.»
Mi chiamo Vittoria e la mia vita è perfetta.Ho una grande casa e tanti amici. Non mi interessa se mia madre si comporta come se io non esistessi. Se mio padre è morto quando ero piccola. Se non ricordo nulla della mia infanzia. Se, anche circondata da persone e parole, sono in realtà sola. Io indosso ogni giorno la mia maschera, Vittoria la brava figlia, la brava amica, la brava studentessa. Io non dico mai di no a nessuno. Per me va benissimo così. È questo senso di apnea l’unica cosa che mi infastidisce. Quando mi succede, quello che ho intorno diventa come estraneo, sconosciuto. Ma è solo una fase. Niente potrebbe andare storto nel mio mondo così impeccabile. Ero convinta che fosse davvero tutto così perfetto. Fino al giorno in cui ho ritrovato i pezzi di un vecchio carillon di ceramica. Non so cosa sia. Non so da dove provenga. Non so perché mi faccia sentire un po’ spezzata e interrotta, come lui. Ma so che, da quando ho provato a riassemblarlo, sono affiorati ricordi di me bambina. Della voce di mio padre che mi rassicura mentre mi canta una ninnananna. Momenti che avevo sepolto nel cuore perché, come quel vecchio carillon, all’improvviso si erano spezzati per sempre. Eppure ora ho capito che è l’imperfezione a rendere felici. Perché le cose rotte si possono aggiustare e diventare ancora più preziose.
Silvia Celani ha scritto un esordio che lascerà il segno. Un esordio con la forza di un romanzo maturo e potente. Chi lo ha letto in anteprima lo ha paragonato al bestseller dell’anno Eleanor Oliphant sta benissimo. Una storia che ci dimostra come siano le nostre imperfezioni a renderci più forti. Sono le nostre fragilità a renderci quello che siamo. Sono loro a rendere la nostra vita davvero perfetta. Sono loro a tracciare la strada delle nostre cose interrotte.
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Anno edizione:2019
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Vittoria è una giovane studentessa universitaria, nata in una famiglia di rilievo, con nomi importanti tra gli antenati, è cresciuta nel lusso, tra feste e banchetti suntuosi. La figlia perfetta, l'amica sempre pronta a dire di sì, a sottostare a tutto ciò che viene imposto dalla madre. Ma questa è una patina che cela il vero umore della ragazza. Il padre è morto quando lei era poco più che una bambina, di lui non ha ricordi concreti, se non delle visioni nella memoria, che non sa mai se siano vere o frutto della sua fantasia. Con la madre, invece, ha un rapporto di "sopportazione" reciproca, anche se ridotta al minimo; loro non si parlano, si urlano in faccia. Loro non chiedono, ordinano. Loro non si amano, vivono sotto lo stesso tetto. Un rapporto che a Vittoria sta sempre più stretto, portandola a sgretolarsi in piccoli pezzetti, proprio come quel carillon che trova chiuso in un sacchettino, al sicuro in un cassetto della madre. Da quel carillon, si dipana tutta la storia raccontata da Silvia, che si divide tra la Vittoria del presente, alla ricerca di un aiuto concreto, e la Vittoria bambina, che ha bisogno di ricordi, di qualcuno che possa parlarle davvero di come era il padre. Tantissimi segreti verranno a galla poco alla volta, spiazzando il lettore, che di certo non si aspetta dei risvolti così importanti. Un cambiamento di sostanza e ben visibile è quello che caratterizza la ragazza: da iniziale snob, che guarda il mondo dall'alto verso il basso, si riscopre semplice e più che mai bisognosa di affetto, quello vero e sincero, e non di facciata. Un sostegno importante, quanto mai inaspettato, giunge da una persona lontana anni luce dal mondo sfavillante in cui ha sempre vissuto Vittoria. Lui si chiama Ion ed è un ragazzo dal passato molto difficile alle spalle, fatto di mancanze affettive, violenze subite e fuga dalla famiglia. Due mondi all'apparenza inconciliabili, che dimostrano come la semplicità sia preziosa e come nelle piccole cose ci siano i momenti più belli da vivere. Ion diventa una sorta di angelo custode, sempre presente quando Vittoria sta crollando e nessuno è al suo fianco. Un romanzo intenso, che vi colpisce più e più volte, dove i capitoli sono intervallati dal prezioso aiuto che Vittoria riceve dalla sua psicologa, che le permette di riscoprire la vera se, di tornare a respirare senza quel senso di apnea, di rincollare tutti i pezzi del proprio mondo che sfuggono di mano.
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Valeria Ronchi 26 agosto 2019
Ogni piccola cosa interrotta è un romanzo delicato e profondo sulle imperfezioni, sulle crepe e cicatrici che ognuno di noi possiede. C'è un'arte giapponese, chiamata kintsugi, dove preziosi oggetti di ceramica vengono riparati con colla e foglie d'oro, che proprio simboleggia come spesso le cose rotte, spezzate, interrotte, una volta aggiustate acquistino un valore e una bellezza imparagonabile a quella di un oggetto intonso. E il libro di Silvia ci dice che un po' vale anche per le persone, soprattutto per Vittoria, che riaggiustando quel carillon con una colla dorata inizia a capire che anche le anime più infrante possono essere rincollate e che, anche se non torneranno mai come prima, saranno uniche, bellissime. Questa storia mi ha toccato profondamente, mi sono ritrovata in ogni emozione, sebbene non abbia vissuto le esperienze di Vittoria, ho condiviso i suoi tormenti, il suo affogare nel suo stesso respiro. E mi ha fatto riflettere sul potere della resilienza e su quanto le nostre cicatrici ci rendano essersi unici e meravigliosi, motivo per cui non dovremmo mai nasconderle. L’unica pecca di questo libro, se proprio devo trovarne una, è che scorre lento e manca di quel pizzico di brio che cerco di solito in un romanzo, ma si fa leggere piacevolmente. Ogni piccola cosa interrotta è un romanzo per chi si è perso per strada, o per chi la strada giusta non l’ha mai trovata e la sta ancora cercando. È il romanzo per chi si sente un po’ in gabbia nella propria vita e ha dimenticato come si fa a respirare all’aria aperta, ma anche per chi ancora non la sa di essere intrappolato. È un romanzo che fa aprire gli occhi, che spalanca il cuore.