Tutto sarà perfetto - Lorenzo Marone - copertina
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Letteratura: Italia
Tutto sarà perfetto
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Descrizione


Una storia intima e universale, di grande potenza narrativa, che racconta con ironia e dolcezza quel fragile universo "imperfettamente perfetto" che è la famiglia. Un'ambientazione dal forte immaginario letterario: Procida.

«Marone va per la sua strada, buttando giù pregiudizi a colpi di delicatezza come nella lezione dell'amato Troisi» - Robinson - La Repubblica

«Il romanzo di Lorenzo Marone è ispirato da un sentimento autentico. Un "onora il padre" sullo sfondo di Procida, l'isola che c'è»La Lettura

«Eravamo io e lui ai piedi del Tirreno, con tutta l'isola, la nostra isola, e con il nostro passato, alle spalle»

La vita di Andrea Scotto è tutto fuorché perfetta, specie quando c'è di mezzo la famiglia. Quarantenne single e ancora ostinatamente immaturo, Andrea ha sempre preferito tenersi alla larga dai parenti: dal padre Libero Scotto, ex comandante di navi, procidano, trasferitosi a Napoli con i figli dopo la morte della moglie, e dalla sorella Marina, sposata, con due figlie e con un chiaro problema di ansia da controllo. Quando però Marina è costretta a partire lasciando il padre gravemente malato, tocca ad Andrea prendere il timone. È l'inizio di un fine settimana rocambolesco, in cui il divieto di fumare imposto da Marina è solo una delle tante regole che vengono infrante. Tallonato da Cane Pazzo Tannen, un bassotto terribile che ringhia anche quando dorme, costretto a stare dietro a un padre ottantenne che non ha affatto intenzione di farsi trattare da infermo, Andrea sbarca a Procida e torna dopo anni sui luoghi dell'infanzia, sulla spiaggia nera vulcanica che ha fatto da sfondo alle sue prime gioie e delusioni d'amore e tra le case colorate della Corricella scrostate dalla salsedine. E in quei contrasti, in quell'imperfetta perfezione che riporta a galla ferite non rimarginate ma anche ricordi di infinita dolcezza, cullato dalla brezza che profuma di limoni, capperi e ginestre o dal brontolio familiare della vecchia Diane gialla della madre, Andrea troverà il suo equilibrio.

Dettagli

30 maggio 2019
298 p., Brossura
9788807033421

Valutazioni e recensioni

  • MARIA TERESA LEZZI FIORENTINO “Tutto sarà perfetto”, proprio come questo libro di Lorenzo Marone, che mi tiene compagnia, mi affascina e mi diverte, conquistandomi con la sua narrazione briosa e coinvolgente. Sorrido e rido mentre leggo, apprezzando lo stile lineare di uno scrittore che scopro soltanto ora. Già penso però di recuperare leggendo anche gli altri suoi libri. Col sorriso ancora sulle labbra mi accorgo che i temi affrontati non sono per nulla banali. La riflessione è d’obbligo! Andrea Scotto, voce narrante e protagonista del romanzo, si ritrova a sostituire la sorella Marina e ad assistere, suo malgrado, il padre Libero, il comandante. Per la prima volta lo guarda con occhi diversi, senza dimenticare come gli appariva da bambino e così rivede la propria vita, sciogliendo quei nodi che l’avevano allontanato dalla sua famiglia. Ed è quel suo andirivieni dal presente al passato che segue il sentiero dei ricordi, a fargli riscoprire emozioni che il tempo non ha cancellato, tra i pensieri di ieri e le riflessioni mature di oggi. Le relazioni familiari e il conflitto su cui s’incardina la narrazione diventano il fulcro del riscatto, della ricomposizione, della ritrovata voglia di esserci, di vivere, di continuare, perché anche se “per una vita combatti chi ti ha messo al mondo ritenendolo indegno o semplicemente sbagliato, lo incolpi e accumuli rabbia, poi ti accorgi che è tutto quel che hai, o che avevi”. C’è “qualcosa di carnale nel rapporto fra genitori e figli, qualcosa che si nasconde nello sguardo, nella bocca, si confonde con il respiro e ha che fare con i sensi, con il sangue e con le cose che sanno di antico e ci sfuggono …” E mentre seguo la narrazione, mi ritrovo anch’io a Procida, vedo “ le sue case bianche e dai colori pastello affondate nel suolo tufaceo che digrada in acqua”, sento il miscuglio di fragranze portato dal mare “di gelsi, corbezzoli, ginestre e fichidindia aggrappati alla falesia a strapiombo sulla spiaggia, di olive verdi e corpose, di caprifogli e passiflora, di capperi ed euforbia, di ghiaia vulcanica e ibisco”. Procida è un’isola da amare. Ora torna ad essere viva per Andrea, con i suoi colori, con le sue fragranze, una terra per ritrovare le proprie radici che non si trasformeranno in catene perché lui sa guardare oltre. Ricordi, dolore, affetti familiari, sogni, aspirazioni, tutto per Andrea può essere fermato con uno scatto o con una descrizione. Al lettore il piacere di leggere, di pensare, di riflettere sull’essere umano, sui suoi conflitti, sulle relazioni interpersonali spesso così complicate e talvolta ingestibili. Il piacere di leggere e ritrovare temi universali inchiostrati di emozioni. Grazie a Lorenzo Marone. Grazie a Rita, che con entusiasmo mi ha fatto conoscere il libro sulla sua amata isola.

  • Sara  Calzavacca

    Ho amato lo stile di Marone che mi ha commossa lasciandomi sempre un sorriso sulle labbra. Trama scorrevole e assolutamente mai banale, tema pieno di tenerezza e vita, trattato con sensibilità. Consigliato vivamente!

  • Luigi Mazziotta

    Sospiri di meraviglia, casuali e improvvise escursioni fuori dalle rotte prestabilite, questo regala ai lettori ‘Tutto sarà perfetto’. La letteratura quando è bella sospende il senso, non cerca significati, e restituisce alla vita la sua forza indicibile. Ma più di tutto la sua impossibilità di raccontarsi. E' la ricerca del senso di un esistere. Ci sono una domanda e un tentativo di risposta. Il valore aggiunto alla ricerca è la scrittura di Lorenzo Marone, che con la sua prosa lieve e perfetta, un ritrattista dei paesaggi umani, scrive una storia tenera e profonda che riflette sulla distanza emotiva che silenzi e dolori possono instaurare. È un racconto pieno di imperfetta perfezione che parla al cuore di chi non vuole smettere di credere che quando ci sarà resa la memoria, verrà il tempo della riscoperta del passato. Marone legge la storia di ogni figlio o padre, e discorre in modo poetico e leggero dell'amore e dell'illogicità del vivere, della bellezza della giovinezza insidiata dalla vecchiaia e dalla malattia, della favola della specie umana, dimentica di pietà di fronte alla vita che si illude di dominare. Un racconto pieno di punti interrogativi, di domande, di contrapposizioni; ma anche di parole e silenzi cocenti e della capacità straordinaria di amare di una madre, Delphine, sia pur chiusa nel ripiegamento della depressione che le sue piccole pulci Andrea e Marina, faticano a comprendere fino in fondo. Nulla in queste pagine è sprecato, ogni frase è perfetta, premessa di quella successiva. Ogni pagina innesca l’emotività, allo stesso tempo mantenendosi asciuttissima. L'autore scrive su cosa significa smarrirsi e poi ritrovarsi, raccontando l’umano dei personaggi che animano il racconto. A spezzare quella stagnante bonaccia - interiore ed esteriore- il passato che torna e la necessità di un viaggio che porterà Andrea alla ricerca delle sue origini insieme al padre malato Dario, il Comandante, in un’isola, Procida. Un viaggio composto di solitudine e inerzia, di leggerezza e ritrovamenti: il vento è onnipresente e con la spinta dell’umanità ferrigna accompagna Andrea alle scoperte e soprattutto alle riscoperte. Un romanzo in movimento in cui ogni movimento è un carotaggio delle infinite vibrazioni che agitano noi in attesa della chiave che le doti di un ordine, di una cadenza che la restituisca all’armonia. Procida come Itaca, una metafora del racconto, terra bruna e dal mare verde e blu, profumato di vento dove Andrea aveva imparato a nuotare con il padre e a conoscere i primi turbamenti con Ondina. È bella la Procida descritta, ricca di fichi e limoni, delle schiume del tirreno, e dei cambiamenti di vento. È bella quando è così. La luna bassa sul mare, la strada chiara, le stelle e la luna a spazzare la notte. Un’aspra dolcezza regna sull’isola e se n’è completamente avvolti come i protagonisti che quasi ne vengono ingoiati. Ogni frase dà un’emozione attenta a trasformarsi in pensiero e parola, a non essere invisibili e soli nel mare aperto di una prigione. Un canto universale di paura e d’amore, proprio bello il romanzo di Lorenzo Marone.

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