Donatella Di Pietrantonio regala una storia bellissima ambientata nell'Abruzzo degli anni '70. L'intreccio narrativo e' sorprendente. Personaggi sublimi, che si lasciano subito amare.
L'Arminuta
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Una storia estrema in cui la maternità, l'amore e l'abbandono prendono corpo nella vita di una ragazzina di tredici anni, toccando corde cosí profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome. Un libro che ha fatto il giro del mondo.
«Una delle voci piú rilevanti, piú significative, piú letterarie del panorama italiano. L'Arminuta mi ha commosso» - Michela Murgia
«C'è una scrittrice unica in Italia. Per scrivere si alza molto presto al mattino e fra le cinque e le sette procede per "lampi", come dice lei. Attraverso questi lampi, Donatella Di Pietrantonio ha scritto romanzi di grande potenza e L'Arminuta è una perla» - Matteo Nucci
Per raccontare gli strappi della vita occorrono parole scabre, schiette. Di quelle parole Donatella Di Pietrantonio conosce il raro incanto. La sua scrittura ha un timbro unico, una grana spigolosa ma piena di luce, capace di governare con delicatezza una storia incandescente. È quello che accade con L'Arminuta fin dalla prima pagina, quando la protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell'altra, suona a una porta sconosciuta. Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima. Inizia cosí questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all'altro perde tutto – una casa confortevole, le amiche piú care, l'affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per «l'Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova vita.
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Anno edizione:2019
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Formato:Tascabile
Un abbandono che è un doppio nodo al vuoto
Arminuta in dialetto abruzzese significa “la ritornata” ma per noi lettori vorrà dire “la ragazzina senza nome”. La sua, è la storia di un doppio abbandono, prima da chi l’ha messa al mondo perché di troppo, poi da chi l’ha accolta in fasce. Torna così nella sua famiglia d’origine e inizia la sua nuova esistenza, fatta di costrizioni a cui lei non è abituata. Spesso le manca il cibo, ma soprattutto l’affetto, che fa più male di uno stomaco vuoto. La nuova vita dell’arminuta avrebbe messo paura anche alla più impavida delle donne ma lei tira fuori coraggio e pertinacia e corre dritta verso i suoi obiettivi che resteranno gli stessi nonostante lei non sarà mai più quella dell’inizio. Premio Campiello nel 2017, questo è un libro di coraggio, riscatto ed empatia. Vi aspetto in Feltrinelli e nel frattempo auguro buona lettura a tutti!

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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ANTONIO RANALLI 15 agosto 2021
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Francesca Giorlando 02 aprile 2020
L'ho letto in pochissimo tempo perché la storia ti prende fin da subito. L'autore riesce ad immergerti completamente nella narrazione, la trama è coinvolgente e toccante. Consigliato a chi ama le storie vere.
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Questo libro mi ha colpito molto per vari aspetti: la precisione della scrittura, l’intensità e la drammaticità della storia, la veridicità dei personaggi e il modo in cui viene sviluppata la trama. La protagonista è una ragazzina che subisce un doppio abbandono e che da un giorno all’altro si ritrova catapultata in una realtà a lei totalmente estranea. In questo nuovo contesto di miseria economica e dei sentimenti, l’arminuta trova la forza per reagire, concentrandosi sullo studio e creando nuovi legami, in particolare con la sorella e con uno dei fratelli. Un libro che non si dimentica facilmente. Lo consiglio vivamente.???