Commedia nera n. 1

Questo romanzo stravolge completamente quello che solitamente siamo abituati a vedere. I protagonisti sono infatti una coppia che ribalta completamente lo stereotipo maschile e femminile. Maria Antonietta è un commissario della polizia, autoritaria, prepotente, egoista e abbastanza crudele; Antonio Maria è il marito malato, costretto a casa, che dopo aver subito soprusi per anni, vuole dare una svolta alla sua vita. L’intento dell’autore è molto chiaro, ovvero quello di presentare la società facendo “divertire” il lettore, creando questa commedia degli “equivoci”. Un romanzo che si legge senza problemi, caratterizzato da una penna piacevole, scorrevole e sicuramente ironica e in alcuni casi divertente. Sicuramente piacevole da leggere ma troppo esagerato quando l’autore (volontariamente) alimenta il grottesco fino all’esagerazione.

Fin dalle prime pagine è riconoscibile la cifra stilistica dell’autore che si distingue per quella garbata ironia già conosciuta nelle storie dell’ex tappezziere. In questo romanzo, però, l’ironia è più pungente e amara, a sottolineare una situazione grottesca, al limite dell’assurdo, come lo è la conclusione, veramente paradossale. La lettura dell’opera è intrigante soprattutto perché sebbene i personaggi abbiano caratteristiche caricaturali, essi rappresentano tipi universali e il riso che suscitano i loro atteggiamenti è in realtà un riso amaro sulla “pena di vivere così”.

Romanzo quasi teatrale, perfetto nel crescendo dell'intreccio narrativo e nella descrizione psicologica della vittima - prima psicologica che fisica. Il lettore entra nel mondo claustrofobico del protagonista, tifa per lui e come lui non ne esce. L'aggettivo migliore per descrivere il tutto è: grottesco.