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Anno edizione: 2002
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Per favore, per favore!!!!! Ma come si fa a dire che non si comprende il testo, leggetevi le traduzioni!!! Poi il genovese delle canzoni è antico, non lo capiscono nemmeno a Genova. Sono disponibile ad inviare le traduzioni a chi non le trovasse, ma non sminuite l'ennesimo CAPOLAVORO di Fabrizio per via del dialetto. Opera sublime non a caso giudicato il miglior album degli anni '80. Quanto ci manchi Fabrizio.
"Crêuza De Mä" (1984) è l'undicesimo album registrato in studio di Fabrizio De André. Il disco è interamente cantato in lingua genovese, in quanto esso vuole rappresentare la realtà del Mediterraneo. L'album è stato considerato da parte della critica una delle pietre miliari della musica degli anni '80 e, in generale, della musica etnica tutta; David Byrne ha dichiarato alla rivista Rolling Stone che "Creuza" è uno dei dieci album più importanti della scena musicale internazionale degli anni '80, e la rivista "Musica & Dischi" lo ha eletto migliore album degli anni '80. Tutte le canzoni sono in lingua genovese, idioma millenario ricco di influenze mediterranee. Si tratta di una scelta che andava, nel 1984, contro tutte le regole del mercato discografico e che, contro ogni aspettativa, ha avuto invece un successo di critica e di pubblico. Il disco ha infatti segnato una svolta nella storia della musica italiana ed etnica in generale. In realtà, doveva essere, originariamente, in una lingua mista, composta da idiomi diversi, propri di un marinaio che, navigando ormai da lunghi anni, si sente sia genovese, sia barcelloneta, sia arabo, e così via. De Andrè ha poi deciso di utilizzare la lingua genovese poiché riteneva che rappresentasse già un misto di parole derivanti da lingue diverse, facendo perno sull'enorme "malleabilità" ed eterogeneità della lingua. Al centro dei testi vi sono i temi del mare e del viaggio, le passioni, anche forti, e la sofferenza altrettanto forte; questi temi vengono espressi anche sul piano musicale attraverso il ricorso a suoni e strumenti tipici dell'area mediterranea, nonché all'aggiunta di contributi audio registrati in ambienti portuali o marinareschi. Il titolo dell'album e della canzone principale fa riferimento alla "crêuza", termine che in genovese indica una stradina spesso sterrata, delimitata da mura, che porta in piccoli borghi, sia marinareschi che dell'entroterra. Uno dei più bei dischi italiani di sempre per contenuto e profondità musicale, con un forte valore intrinseco.
Sonorità stupende e testi molto belli (solo con la traduzione sotto, certo).
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