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Di chi è questo cuore - Mauro Covacich - copertina
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Di chi è questo cuore - Mauro Covacich - copertina
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Descrizione


Nella dozzina del Premio Strega 2019 proposto da Loredana Lipperini

Dopo La città interiore, finalista premio Campiello nel 2017, Mauro Covacich compone una nuova, potente avventura narrativa che ha il coraggio dell'autobiografia più vera. Un romanzo capace di entrare con esattezza nel presente che plasma le nostre vite.

«Bastano poche pagine per farci capire come Mauro Covacich sappia coinvolgerci in un romanzo dalle molte chiavi di lettura» - Benedetta Craveri, Il Venerdì

«Da Flaiano ai Coniugi Arnolfini, dalla Risiera di San Sabba ai Parioli un tour de force di sentimenti sconvolti dalla malattia. Sullo sfondo di una capitale dove, per salvarsi, l'antidoto è correre, correre,correre» - Lara Crinò, Robinson

Una piccola anomalia cardiaca viene scoperta all'uomo che ha il nome e le sembianze dell'autore, allontanandolo da un'attività sportiva ai limiti del fanatismo e infrangendo l'illusione di un'efficienza fisica senza data di scadenza. È questo l'innesco di un romanzo sul corpo, ma soprattutto sul cuore come luogo dei sentimenti e dei destini individuali. C'è un ragazzo caduto, o forse lasciato cadere, da una finestra di un albergo di Milano durante una gita scolastica. Ci sono gli esseri umani, fragili e pieni di voglie. La solitudine e il desiderio. Ma la storia gira attorno alla relazione dell'autore con la sua compagna, alle trasferte di lavoro, alle tentazioni a cui sono esposti, alla fiducia e al sospetto di cui si nutre la convivenza. Chi è, ad esempio, quell'uomo che si infila in casa loro la notte? Una pista porterebbe nel quartiere, il Villaggio Olimpico di Roma, popolato da figure che sembrano carte dei tarocchi e che lo scrittore consulta nelle sue camminate erranti.

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Dettagli

2019
7 febbraio 2019
246 p., Brossura
9788893447713
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Indice

Motivazione per la candidatura al Premio Strega 2019:
«Di chi è questo cuore forza e supera i confini di quella che oggi chiamiamo autofiction iscrivendosi in un progetto artistico che Covacich persegue da anni, e si pone anzi come culmine della sua intera opera. La scoperta da parte dell’io narrante di una lieve anomalia cardiaca è il punto di partenza per un’esplorazione lucida e inquieta, che può soffermarsi a scrutare il mondo degli affetti e sollevarsi a guardare lontano, verso le piccole e grandi indifferenze del nostro presente. È uno sguardo che si rivolge ai molti ultimi delle città (i senzatetto e i lavavetri che abitano Roma, dove i condomini possono decretare la mutilazione degli alberi per decoro, ma ignorano le vite piccole che si muovono nelle strade e negli argini del fiume), e che insieme guarda alla mutazione che il tempo impone ai corpi e allo stare nel mondo. È uno sguardo che legge, nettamente e con passione, soprattutto i cambiamenti dei corpi femminili, che si votano a un’ascesi che li scolpisce e smaterializza o ritrovano entusiasmi di ragazza pur nella vecchiaia. Per linguaggio, stile, profondità e innovazione formale, Di chi è questo cuore si pone tra le prove più alte nel panorama letterario contemporaneo».
Proposto da Loredana Lipperini

Valutazioni e recensioni

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simona
Recensioni: 5/5

Per quanto mi è piaciuto ho riletto il libro di Covacich. Forse la seconda volta mi è piaciuto ancora di più della prima Copertina: 4 Storia: 5 Stile: 5

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Paolo
Recensioni: 2/5

Ho iniziato il romanzo dopo aver letto con entusiasmo le motivazioni con le quali è stato inserito nella dozzina del Premio Strega, ma devo dire che il libro non conferma le aspettative. Seppure l'idea iniziale sia interessante, quella del cuore al centro di tutto, la trama è inesistente, solo pensieri in libertà, e non sempre profondi, sui suoi gesti quotidiani e sulle persone con le quali si relaziona. In sintesi: deludente. Copertina 4 Storia 2 Stile 3

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Luigia
Recensioni: 5/5

Un libro splendido che fa capire al lettore quali siano i valori più importanti della vita. Personalmente ho trovato delle grandi analogie e qui devo fare i complimenti al grande Mauro Covacich, con il film 21 Grammi pellicola cult, contraddistinto da delle immense interpretazioni di Benicio del Toro, Naomi Watts e Sean Penn, dove anche qui tutta la storia ruota intorno all'organo più importante dell'essere umano: il cuore: Anche se la storia è diversa,perchè il protagonista dello Scrittore è un atleta, incapace di "vivere lo sport" come vorrebbe. che anzichè farsi stravolgere e oserei dire travolgere dai suoi problemi trova la forza per ricominciare "incontrandosi" con gli emarginati e scoprendo una nuova luce al di là del muro. Perchè l'importante è non mollare mai, dentro di noi avremo sempre la forza per decidere il nostro futuro e per contribuire a migliorare quello degli altri. COPERTINA 5 STORIA 5 STILE 5

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Voce della critica

I vincitori del concorso “Caccia allo Strega” 2019


Gabriele            

Con un cuore bradicardico si fa fatica, quando non si ha l'abitudine giornaliera alla corsa e agli scatti prodigiosi, a mantenere senza alcun tipo di affanno un passo veloce e regolare, da attività amatoriale se non agonistica. Altresì difficile, ma per motivi differenti, può rivelarsi il dover accettare, sotto indicazioni mediche, inevitabili limitazioni o stop forzati allo sport praticato ad alti livelli; insomma un'attitudine alla vita sportiva improvvisamente ridotta al 50%, in alcuni casi perfino al 10. Covacich, che in prima persona ha dovuto far fronte a questa rivoluzionaria esperienza, in "Di chi è questo cuore", affronta la tematica del cambiamento e della sottrazione come risorsa inaspettata e accrescitiva con cui far germogliare dentro di sé piantine ataviche di conoscenza e impulsi, per una realtà circostante scandagliata in ogni sua minima parte con l'occhio preciso e vigile di chi sa di raccontare il vero. Il suo nuovo punto di vista, che è il punto di vista di molte altre persone abituate a condividere uno stato imprevedibile del cuore, si adatta a tale condizione riproducendo, rigorosamente a rilento e con la massima attenzione, momenti salienti della propria e altrui vita con uno sguardo appassionato, a volte rigoroso, altre ancora malinconico. Persone comuni immortalate nella Roma dei nostri giorni, passando dai senzatetto alle mamme con i passeggini, dalle guardie giurate ai turisti con i portafogli in mano, si affiancano all'attuale amore e ai familiari dello stesso protagonista (come sua madre intenta a scoprire il mondo virtuale o la compagna Susanna fra presenza e assenza) in un ricercato gioco di incastri che si combina perfettamente con un registro linguistico variegato e a più dimensioni, mosso da ritmiche frequenze stilistiche in battere e levare, per un universale cuore pulsante oltre sé stessi. Copertina: 4 Storia: 4 Stile: 4                                                                       



Caterina             

"Eh sì, per un po’ lei deve stare a riposo”. Da questo suggestione parte il romanzo, “Di chi è questo cuore” che si pone nell’ormai consolidata tradizione dell’autofiction. Nel romanzo di Mauro Covacich si trovano tanti dettagli, descrizioni, impressioni, riflessioni, giudizi che lo scrittore dà sul mondo culturale e sullo spaccato sociale di cui è parte, su di sé, sul rapporto di coppia non sempre facile e lineare, mentre una sorta di grasso grosso personaggio di fantasia si inserisce nelle sue stanze, nel suo subconscio, nel quotidiano delle sue giornate piene di ansia, di sigarette da non fumare, di farmaci ansiolitici, Lexotan, Lendormin, Valpinax, ma anche di belle pagine di letteratura, di filosofia, di storia. Il romanzo di Covacich alterna diversi registri linguistici, argomenti alti ad altri meno nobili, pagine descrittive ad altre colme di implicazioni psicologiche, analitiche, provocatorie. Libro denso, ricco, profondo. Copertina:3 Storia:4 Stile:4                                                                 

Ginevra              

Costretto a rallentare i ritmi dell'attività fisica che diviene metafora di un'esistenza da ripensare e riequilibrare, Covacich percorre i sentieri della sua storia attraverso una galleria di personaggi autentici, quasi banali nella loro composta quotidianità. Persone i cui nomi, avverte l'autore, "sono gli stessi a cui rispondono nella vita", attori di un palcoscenico privato che assume i contorni di una Roma da (ri)scoprire lentamente, mentre il cuore riposa e la mente può permettersi, finalmente, di mettere a posto alcuni tasselli. Con la capacità evocativa che da sempre gli è propria, l'autore fa entrare il lettore in un territorio d'intimità inesplorata, fatta di incontri e sentimenti chiamati alla mente dal rumore e dall'aspetto di una città storicamente apatica, vissuta di fretta come di corsa si passa la vita. Quello che ne viene fuori è una sorta di diario della riappropriazione di sé attraverso le categorie del tempo e dello spazio, in una stretta corrispondenza tra vissuto interiore e realtà fisica. Un Covacich sempre nuovo nella sua fedeltà a se stesso, padrone di uno stile di rara, magnifica, e calibrata semplicità. Copertina: 5 Storia: 5 Stile: 5                                                                        

Daniel

Prendendo spunto da una anomalia cardiaca che dovrebbe spingerlo ad abbandonare la corsa (quantomeno quella a livello agonistico) lo scrittore triestino si improvvisa flaneur in scarpe da runner per le vie di una Roma lontanissima dalle rotte turistiche e dalle atmosfere in stile grande bellezza e ci regala una serie di istantanee, riflessioni e scritti giornalistici che spaziano dalle note di costume alla letteratura, dalla pittura all’amore, dai mutamenti dei canoni di bellezza all’amicizia, senza tralasciare l’impegno civile, con pagine piene di pietas nei confronti degli ultimi o di chi non si può difendere, creando quasi un parallelismo tra gli alberi mutilati a causa di un’idea distorta di decoro urbano e i senzatetto, definiti non a caso uomini-albero. Non sappiamo se ci sia una reale identificazione tra l’autore e colui che dice Io nel libro. In fondo non lo sappiamo mai. Forse perché lo scrittore quando scrive di sé, mente sempre. Si sdoppia, produce uno scarto. E l’individuo grasso e laido che si materializza misteriosamente e prende possesso di casa sua (e non solo) diventa l’emblema di questo sdoppiamento, facendo pensare che rappresenti la cattiva coscienza dell’autore o forse solo la sua parte oscura e desiderante, quella che il più delle volte si cela persino a se stessi. Copertina: 4, storia: 4, stile 5                                                                      

Saverio

Di chi è questo cuore di Mauro Covacich si muove in una Roma prosaica e senza bellezza e parte, spiazzando il lettore, con l’immagine di una "sagoma medusoide", che altro non è se non il cuore dell’autore sullo schermo dell'ecocardiogramma al quale si sta sottoponendo. Da qui, da un’anomalia del suo corpo a cui non aveva mai pensato, parte la ricognizione del narratore sulla sua età di mezzo: si trova a ripensare i propri giorni e sceglie di attraversarli con sguardi e percorsi obliqui in una forma narrativa che va oltre la forma narrativa del romanzo. Intreccio di cronaca e di riflessioni, di realtà e di finzioni, ma soprattutto uso della scrittura come analisi di vite umane che vivono nel loro spazio, sole, ripiegate su se stesse. L’occasione è data appunto da una corsa rallentata attraverso una città di solitudini : un “non luogo” di derelitti in attesa Ma poi ci sono altri personaggi già incontrati negli altri suoi romanzi e soprattutto c’è Susanna, la compagna dell’autore, coscienza critica, Musa ispiratrice, presenza che mette insieme le note minime tra fatti di cronaca grandi e piccoli , luoghi, persone, incontri unificati dalla sicurezza di trovare comunque e sempre lei con la quale condividere e discutere e dare un senso e un significato alle cose. Anche alle più strane come l’uomo obeso, che popola l’insonnia del protagonista, un alter ego, per nulla corretto, che lo indirizza su ciò che dovrebbe scrivere. L’incanto della scrittura sta nell’esercizio di trasformare, attraverso l’immaginazione, in letteratura alcuni aspetti della vita quotidiana che normalmente non vi trovano spazio. In comune vi è la ricerca dell’azione, come surrogato e salvezza dalla perdita dell’innocenza e lo sguardo aperto sul mondo, inteso sempre come un orizzonte ontologico, paesaggio-anima e soglia su cui si frangono le grandi domande di una generazione sperduta in cerca di identità. Copertina: 4 Storia: 5 Stile: 5           

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Conosci l'autore

Mauro Covacich

1965, Trieste

Ha pubblicato diversi libri di narrativa, tra cui: "Storia di pazzi e di normali" (Theoria 1993, Laterza 2007), "Anomalie" (Mondadori 1998, 2001), "L'amore contro" (Mondadori 2001), "A perdifiato" (Mondadori 2003, Einaudi 2005), "Fiona" (Einaudi 2005), "Trieste sottosopra" (Laterza 2006),"Prima di sparire" (Einaudi 2008), "A nome tuo" (Einaudi, 2011), la cui seconda parte "Vi perdono" era uscita nel 2009, sempre da Einaudi, con l'eteronimo Angela Del Fabbro, "L'esperimento" (Einaudi, 2013).Collaboratore del Corriere della Sera e di altre testate, Covacich ha inoltre realizzato per la Rai alcuni radio documentari e il radiodramma Safari.Autore della videoinstallazione "L'umiliazione delle stelle" (Buziol-Einaudi-Magazzino d'Arte Moderna, Roma, 2011).Nel 2015 pubblica con Bomapiani "La sposa",...

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