(Suceava, Bucovina, 1936) scrittore rumeno. Di origine ebraica, dal 1941 al 1945 è stato internato in un campo di concentramento; ha poi conosciuto l’oppressione stalinista e la successiva dittatura di Ceausescu; nel 1986, costretto all’esilio, si è rifugiato in Germania e infine negli Stati Uniti. La vita quotidiana sotto un regime totalitario è al centro di tutta la sua narrativa, che comprende racconti (Un paradiso forzato, 1994; Ottobre ore otto, 1998), romanzi (Atrium, 1974, nt; Il libro del figlio, 1986, nt) e l’autobiografia Il ritorno dell’Huligano (2003), nella quale risalta l’estraneità come condizione permanente. Intellettuale di spicco, ha scritto anche numerosi saggi di denuncia sui medesimi temi: Gli anni di apprendistato del povero Augusto (1979, nt), Di contorno (1984, nt), Clown. Il dittatore e l’artista (1992), sul ruolo dell’intellettuale sotto Ceausescu, La quinta impossibilità. Letteratura ed esilio (2005) in cui, affrontando il suo rapporto con la scrittura e la letteratura, definisce il proprio status di esule.