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La notte - Elie Wiesel - copertina
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La notte
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La notte - Elie Wiesel - copertina
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Descrizione


Scelto da IBS per la Libreria ideale perché Elie Wiesel è stato insignito del Premio Nobel per la Pace. Sopravvissuto all'Olocausto ha trascorso la vita a raccontare l'orrore della Shoah. La sua storia è la nostra storia.

Una testimonianza atroce e pulsante della morte di Dio, nell'anima di un bambino.

"Ciò che affermo è che questa testimonianza, che viene dopo tante altre e che descrive un abominio del quale potremmo credere che nulla ci è ormai sconosciuto, è tuttavia differente, singolare, unica. (...) Il ragazzo che ci racconta qui la sua storia era un eletto di Dio. Non viveva dal risveglio della sua coscienza che per Dio, nutrito di Talmud, desideroso di essere iniziato alla Cabala, consacrato all'Eterno. Abbiamo mai pensato a questa conseguenza di un orrore meno visibile, meno impressionante di altri abomini, ma tuttavia la peggiore di tutte per noi che possediamo la fede: la morte di Dio in quell'anima di bambino che scopre tutto a un tratto il male assoluto?" (dalla Prefazione di F. Mauriac)
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Dettagli

21
1995
1 aprile 1995
112 p., Brossura
9788885943117
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Indice


Dall'intervista a Elie Wiesel pubblicata da Wuz.it nel 2007.

«Ho scritto il mio primo libro, La notte, perché mi sembrava che soltanto io avrei potuto dire quelle cose. So che può sembrare un atteggiamento piuttosto arrogante, ma è così che pensavo; sentivo anche che chiunque avesse attraversato un’esperienza come quella che io avevo vissuto fino a poco prima aveva il dovere di trasmetterla agli altri perché altrimenti si correva il forte rischio che quest’esperienza venisse tradita. Quindi ho scritto questo primo libro e poi, i libri sono come le ciliegie, uno tira l’altro, ne ho scritto un secondo e poi un terzo e poi non mi sono più fermato.
Pensavo che, dopo aver scritto il primo libro raccontando la storia di un evento che aveva provocato una indicibile distruzione di tutto quello in cui credevamo e che conoscevamo, avrei avuto problemi a proseguire e mi domandavo: cosa faccio ora? Non per dare una risposta a questa domanda, ma per trovare una via d’uscita da questa situazione ho scritto L'alba, dove ho cercato la risposta in un altro modo, in altre cose come l’azione politica e la violenza. Poi in un ulteriore libro che in francese si chiama Le jour (Il giorno) ho cercato la risposta nel suicidio: forse la risposta a questa situazione, a questo problema era il suicidio, così come alla fine ha fatto Primo Levi.
In un altro l’ho cercata nell’amicizia. Dove sta la risposta? In ognuno dei miei libri ho cercato la risposta in un ambito diverso, in un diverso tipo di sentimento; in ognuno dei miei libri mi sono posto dei problemi esistenziali cercando di sviscerarli, di trovare una risposta attraverso delle storie perché amo le storie e amo anche raccontarle.
Nella Notte credo di non aver parlato tanto di un conflitto tra esseri umani, piuttosto del conflitto tra il creatore e la sua creazione: cosa si fa quando non si può più avere fiducia nella fede che abbiamo sempre avuto?
Io sono cresciuto nella fede, sono cresciuto nella Bibbia, ho sempre considerato che le cose nella realtà fossero molto semplici perché io credevo in Dio, avevo fede in lui e Dio aveva creato l’uomo per la maggiore gioia dell’umanità... poi è successo tutto quello che è successo e non mi ci ritrovavo più, non riuscivo più a capire. Allora, la grande domanda che mi sono posto in tutta la mia vita e in tutte le mie opere era proprio: “dov’era Dio? E come c'entrava in tutto quello che era successo?”
Io non mi sentivo tanto deluso dall’umanità, quanto dall’inumanità, dalla disumanità degli esseri umani. Ero forse un po’ deluso quando pensavo al Dio che avevo conosciuto da bambino. Cosa mi rimaneva? Rinunciare alla mia fede in Dio, nell’umanità, nell’uomo? Se l’avessi fatto, cosa mi restava?
Io direi che non ho perso la fede; direi che la mia è una fede ferita. Io sono ebreo e parlo come tale, ma credo che la stessa cosa si possa applicare a un cattolico, un protestante e persino a un ateo. Posso vivere con Dio, posso vivere contro Dio, ma non posso senza Dio.»

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Mik
Recensioni: 5/5

Lo dovrebbero leggere nelle scuole! Capolavoro, senza parole. Un libro che ti prende, ti emoziona, ti fa riflettere e ti catapulta in un vortice di emozioni.

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Samuel
Recensioni: 5/5

Uno dei picchi più alti della letteratura concentrazionaria. Affilato e doloroso. Un capolavoro.

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n.d.
Recensioni: 5/5

Un libro capace di toccarti nel profondo e trascinarti con sé in una notte oscura, triste e orribile, che mostra la natura umana in condizioni inimmaginabili. Lettura pesante ma dalla scrittura scorrevole. Un must per il suo genere.

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Elie Wiesel

1928, Sighetu

Scrittore e giornalista statunitense di origini ebraico-ungheresi, nato a Sighetu nel 1928 e morto a New York nel 2016. Sopravvissuto ad Auschwitz e Buchenwald, dove perde i genitori e la sorella minore, nell’aprile 1945 viene assegnato a un orfanotrofio francese. Dopo gli studi di filosofia alla Sorbona si dedica al giornalismo. La prima prova letteraria è un lungo racconto della sua esperienza nei lager, scritto in yiddish e pubblicato in Argentina nel 1955; consigliato da Mauriac (con cui instaura una profonda amicizia) ne ha affronterà poi la riscrittura in francese, dando vita a uno dei capisaldi della letteratura dell’Olocausto, La notte (1958): in una prosa scarna e frammentata, il romanzo descrive il sovvertimento di ogni valore umano, fisico e spirituale,...

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