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La rete ci renderà stupidi? - Derrick De Kerckhove - copertina
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La rete ci renderà stupidi? - Derrick De Kerckhove - copertina
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Descrizione


Google ci rende veramente stupidi? A partire dalla celebre domanda posta dallo studioso americano Nicholas Carr, Derrick de Kerckhove, erede di Marshall McLuhan e guru dell'era digitale, si inoltra nell'universo della rete problematizzandone gli impatti sul nostro modo di pensare, sulle facoltà cognitive, sulle capacità mnestiche. Chi di noi non usa Google? Chi può vivere oggi senza la rete? Che conseguenze hanno sulla nostra vita Facebook e Twitter? De Kerckhove affronta il fondamentale cambiamento epistemologico che stiamo vivendo, che rivoluziona modi dell'essere nutriti per secoli quali pazienza, memoria, attenzione, ascolto, silenzio, lettura, per scoprire, attraverso le sue riflessioni, i pericoli ma anche le enormi potenzialità della rete.
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Dettagli

2016
28 aprile 2016
48 p., Brossura
9788869445569

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alida airaghi
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Strenuo difensore e fan della "mente futura", l'autore è convinto che la rete arriverà a modificare radicalmente il modo di pensare degli esseri umani, e che questo succederà in tempi brevi, su scala planetaria, con effetti più positivi che negativi. Analizzando questi ultimi, ammette che l'utilizzo di Internet, Facebook e Twitter potranno provocare un depotenziamento della memoria a breve termine, della capacità di concentrazione, del desiderio di riflessione profonda, e soprattutto della volontà di coltivare i rapporti interpersonali dal vivo ("La vita virtuale è più sviluppata di quella reale"). Ma ritiene che questi aspetti sfavorevoli indotti dall'uso dei nuovi media saranno ampiamente compensati dallo sviluppo della flessibilità neurale dei nostri cervelli, da una maggiore disponibilità verso il cambiamento e lo scambio collaborativo, dall'aumento dell'autonomia personale e dell'autostima, da una più generalizzata e democratica creatività, da una riduzione dei costi di accesso all'informazione. E in particolare dalla realizzazione di un'infinita memoria universale di dati, informazioni, contatti che potranno favorire il sorgere di nuove forme di democrazia diretta e un maggiore controllo sulla gestione del potere. Insomma, ci aspetta "un rovesciamento epocale", un nuovo Rinascimento destinato a cambiare in meglio e in modo inevitabile la cultura mondiale, la struttura delle società, il pensiero di ogni individuo. L'individualità, la meditazione personale, il silenzio si riveleranno dei lussi elitari e superati. Il libro, con la sua trasmissione lineare delle informazioni si rivelerà obsoleto, nei confronti della linkabilità e dell'agilità dei percorsi visuali: la lettura rallenta il tempo, esige pazienza e speculazione, "è lo strumento in cui la parola si ferma, mentre tutto il resto è parola che vola". Destinata al declino, come tutto ciò che è privato, statico, identitario rispetto al pubblico, dinamico, esportabile ovunque e comunque.

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Derrik de Kerckhove (Wanze, 30 maggio 1944) è un sociologo belga naturalizzato canadese. Dal 1983 al 2008 ha diretto il McLuhan Program in Culture & Technology di Toronto ed è poi stato consigliere scientifico dell’Osservatorio TuttiMedia. Direttore di «Media Duemila», ideatore dell’Atelier di Intelligenza Connettiva, è docente all’Università Federico II di Napoli. Ha pubblicato titoli come Brainframes (1992), La civilizzazione video-cristiana (1995), Psicotecnologie connettive (2014) e La rete ci renderà stupidi? (2018).

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