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Secondo ottimo album della band inglese. Lo stile-Cure inizia a delinearsi sempre più. Contiene pezzi immancabili nei live...
album davvero epocale, Bibbia e atto fondativo del movimento dark musicale ma la definizione e' limitativa. Atmosfera sinuosa e avvolgente, quantomai cupa ma mai noiosa ed eccessivamente romantica come alcuni lavori successivi dei Cure. Un capolavoro!
UNA RIFLESSIONE "Seventeen Seconds" è un disco molto amato dai fan dei Cure, e non solo perchè contiene la storica hit "a forest", ma soprattutto perchè da il la all'orientamento che la band avrebbe poi preso in seguito, diventando "La" band della darkwave. In comune con il precedente disco ha il fatto che venne registrato in men che non si dica, ma l'impostazione è nettamente diversa: se in "Three Imaginary Boys" era il manager Chris Parry a dettar legge, da qui è e sarà Robert Smith, mentre gli altri componenti della band (i due neo assunti M.Hartley e S.Gallup, attuale bassista della formazione) iniziano la loro carriera di "esecutori della musica del loro amico Bob". Parte di questo disco venne scritta dopo un pestaggio subito da Smith in un ascensore, e pertanto non ci dobbiamo stupire dei toni cupi che pervadono l'opera. "A reflecion" è proprio un riflesso stesso del senso di malessere che non solo il suo autore, ma un'intera generazione avvertiva tra anni 70 e 80, dopo i bagordi del punk. "Three" e "The final sound" completano il trittico strumentale, fornendo un quadro di pura angoscia e smarrimento. C'è esitazione, insicurezza dell'io, forse imbarazzo; non è un caso che una canzone come "secrets" contenga solo il lontano riverbero del cantato. Gli stessi testi manifestano un'estenuante e logorante dialettica del protagonista alle prese con la fuggevolezza del tempo, che trascina via l'amore, altra grande tematica presente ("M" è dedicata da Robert alla sua allora fidanzata e attuale moglie Mary o'Toole). Anche l'apparente leggerezza di "Play for Today" è velata da un certo malessere, dettato dall'insicurezza ("you expect me to act like a lover, consider my moves, and deserve the reward, to hold you in my arms, and wait... for something to happen"). Il senso di oppressione che domina è palesato dalla ricorrenza degli ambienti chiusi nei testi ("Secrets", "At night", "In your house") e anche quando ci si trova "into the trees" nel famoso hit di cui sopra, il senso di claustrofobia predomina. L.L.
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