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La mole del libro potrebbe spaventare il lettore, come ha impressionato me, ma di fronte a questa opera non ci si può fermare al primo impatto. Non ci si pente di averlo aperto o acquistato. Basta iniziare la lettura e tutto scorre gradevolmente, agilmente con leggerezza( fatta eccezione per alcune descrizioni in cui l’autrice sembra entrare troppo nel dettaglio ) nonostante gli orrori delle vicende trattate. L’ho trovata una narrazione di grande e intenso respiro umano e storico. Zuleika apre gli occhi recita il titolo, ma la protagonista credo non li abbia mai tenuti chiusi, ha avuto la forza della pazienza che è capacità di attesa, prerogativa squisitamente femminile, per potersi aprire finalmente alla Vita. Un applauso all’autrice. Merita una rilettura.
Quando ho acquistato questo libro avevo molte perplessità. Devo ammettere invece che mi è piaciuto anche se non è sempre all'altezza delle prime 100 pagine che sono davvero splendide, perché ricordano molto la scrittura di Bulgakov, sospesa tra il fiabesco ed il genere horror. Più noiosa la vicenda della deportazione in Siberia dove prende una piega più naturalistica per poi andare a finire in qualche momento persino nel feilleuton. Però nell'insieme è da consigliare.
Le tantissime recensioni positive che ho letto di questo libro mi avevano caricata di aspettative che, in effetti, non sono state disattese. La storia narra le avventure di Zuleika in un contesto storico poco conosciuto, quello della dekulakizzazione dell’Unione Sovietica negli anni precedenti al secondo conflitto mondiale, con la conseguente deportazione di migliaia di persone nei territori inospitali della Siberia. Nonostante le vicende siano ispirate a fatti tanto reali quanto tragici, non ci sono descrizioni che puntano sul patetismo, tutto è raccontato con una razionalità che ho apprezzato moltissimo. Per chi ama i romanzi storici ben strutturati, questo libro è sicuramente imperdibile.
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