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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2017
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È la storia di Gilgi, ragazza ribelle alla vigilia del nazismo, che rappresenta la donna nuova che rifiuta la gretta morale borghese della generazione precedente e diventa padrona di se stessa. Il romanzo è graffiante, narrato con stile frizzante e con un sincopato ritmo jazz
Libro fresco e frizzante che parla di una giovane donna che fa dell'indipendenza economica il suo più grande credo, che le permette di guardare il mondo con forza e determinazione. Questo finché non conosce l'amore totalizzante di un uomo che la riporta con i piedi per terra, in quella che è una Germania che soffre, in cui c'è molta povertà, incertezza per il proprio futuro, disperazione, rassegnazione. E' questo sguardo disincantato che ha presumibilmente portato il regime nazista a bruciare il libro nei roghi. Questo libro mi è piaciuto tantissimo in quanto Gilgi è in grado di trascinare il lettore in una storia di grande forza e ispirazione.
Gilgi una di noi? Ma magari! ? Gilgi si alza prestissimo ogni mattina per fare i suoi esercizi di ginnastica. Gilgi ogni mattina fa una doccia gelida per temprare il suo corpo. Gilgi è una macchina da guerra che pensa solo a fare soldi. Gilgi, poi, s'innamora e diventa una di noi. Con una scrittura elegante, fluente e molto jazz #IrmgardKeun ci regala un affresco della Germania negli anni trenta. In una Colonia piovosa e grigia, ma anche ricca di personaggi stravaganti e bistrot caldi e accoglienti, si muove la nostra coraggiosa e femminista eroina in un libro che, per il suo approccio troppo indipendente, fu proibito e censurato dal regime nazista. L'orma editore lo riporta alla luce, con una grafica (e una carta!) bellissima, e noi sentiamo di aver trovato in Gilgi una ragazza forte e contemporanea, un'amica divertente, una di noi.
Recensioni
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Una vita come un romanzo, tra alti e bassi, gloria e miseria, successi e oblio. Irmgard Keun della sua vita ha tentato di cancellare e confondere le tracce, incerta è rimasta per molto tempo perfino la sua data di nascita: il 1905 (…) Una breve carriera come attrice, poi la scoperta della sua vocazione di scrittrice e, subito dopo il folgorante successo del primo romanzo, quello forse ancora più clamoroso di La ragazza di seta artificiale (1932), in cui i sogni di una ragazza di provincia si infrangono nella Berlino della crisi economica mondiale. Sono romanzi che riflettono lo spirito dei tempi e incarnano il modello di una “donna nuova” indipendente e sicura di sé sullo sfondo della società weimariana sull’orlo del collasso. Con l’arrivo del nazismo i libri di Keun vengono proibiti, poi seguono gli anni dell’esilio tra Belgio e Olanda, turbolenti, ma non infelici, con incessanti spostamenti e un grande, tormentato amore per Joseph Roth. Rientrata clandestinamente nel 1940 in Germania, attende la fine della guerra, prova poi a riaffermarsi come scrittrice, ma è sempre più vittima dell’alcolismo e sempre più sola. Viene riscoperta soprattutto per opera del movimento femminista.
Intorno alla vicenda della piccola dattilografa Gilgi orgogliosa della propria indipendenza fino a scegliere con coerenza e coraggio una vita difficile senza l’uomo che ama, si intravede lo scenario degli ultimi anni della repubblica di Weimar, lo spettro della crisi economica, la vertiginosa caduta dei livelli di occupazione che condiziona ogni attimo dell’esistenza di questi piccoli borghesi disorientati e senza speranza (…). Lo stile del romanzo respira l’aria del tempo, lo Zeitgeist, segnato dall’impronta della Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettività).
La penna si muove veloce, la scrittura ha un taglio quasi cinematografico, l’osservazione si sposta da un punto all’altro in rapida successione, ha uno sguardo acuto sulla realtà, un orecchio percettivo che coglie echi di slogan pubblicitari e canzonette alla moda (…). Già in questo primo romanzo, dietro la freschezza e apparente ingenuità della scrittura, c’è uno sguardo lucido e cupo sulla Germania, “paese triste”, in cui Gilgi non si riconosce e che poi prenderà contorni più minacciosi e definiti in Dopo mezzanotte (1937), il romanzo sulla Germania nazista scritto da Keun in esilio.
Recensione di Flavia Arzeni
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