L'impostore

Un saggio più che un romanzo dove la finzione diventa realtà, di non amena lettura ma intrigante sia per il personaggio normale che si finge un eroe sia per il travaglio di Cercas e gli accostamenti con "Il Soldato di Salamina" dove la realtà era una finzione.

Ti prende fin dalla prima pagina. E non ti lascia più. In un turbinio di racconti e riflessioni sui nostri tempi e sull'uomo, seguendo i binari di una storia assurda ma reale. Indimenticabile

Bello. Ma ben lungi dall'essere un capolavoro; come in troppi affermano. In questo “romanzo”, che però sembrerebbe essere più corretto chiamare “saggio”, si passa al setaccio la vita, reale, di un ormai noto impostore spagnolo: una specie di bugiardo seriale, per lunghi anni spacciatosi come sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti. La ricostruzione è perfetta; avvincente. Il testo è facile e si legge di getto. Ma… Oltre all'identico ripetersi delle medesime argomentazioni lungo tutto l’arco della narrazione, l’autore si auto-celebra un po’ troppo, rimarcando fino alla nausea ogni possibile paragone con il “Don Chisciotte” di Cervantes (quello sì, un capolavoro) e, mancando soprattutto di approfondire le condizioni storiche e sociali della Spagna franchista e post-franchista. Cosa che, laddove si è tentato di farlo, eleva, e non di poco, la valenza di tutto il contenuto di questa pur interessante pubblicazione. C.Matar